La psicologia è la scienza che studia il comportamento ed i processi mentali degli individui in relazione agli stimoli interni e all’ambiente in cui manifestano la loro attività.
La psicologia del condominio considera pertanto il modo di pensare e di sentire degli individuiall’interno dell’ambiente condominiale, il loro modo di agire e reagire nelle interazioni.
La pratica condominiale porta a rilevare che la relazione tra amministratore e amministrati e tra gli stessi amministrati viene frequentemente complicata da comunicazioni che non sempre sono facilmente comprensibili: ne consegue che è rilevante l’identificazione del ruolo dell’amministratore, che implica talune limitazioni, necessarie ad individuare le caratteristiche e le funzioni degli attori.
Ogni interazione stimola impressioni, sensazioni, idee, genera aspettative o speranze che danno vita ad un «modo di vedere» le cose, al quale bisogna prestare ascolto se si vuole stabilire un contatto soddisfacente.
Nell’assemblea del condominio, momento topico della vita nel condominio, giocano diversi fattori:
il ruolo dei condomini e quello dell’amministratore, che sono le parti, i cui ruoli vengono vissuti quasi sempre come controparti.
L’amministratore svolge una funzione, un ufficio, inteso come dovere morale derivato dall’assunzione del mandato, di un compito contrattualmente definito e riconosciuto.
Il frame, ovvero la cornice comportamentale in cui si svolge anche l’azione dell’amministratore, ha limiti precisi, che sono ben precisi: è il contratto che regola la natura del rapporto tra amministratore e amministrato.
la conflittualità tra condomini e amministratore deriva proprio dal non conoscere fin dove arrivano questi confini.
L’amministratore, nell’ambito delle proprie funzioni, regolate dalla legge, gode di un certo potere, che gli consente di fare, di agire per conto dei condomini e nell’interesse dei condomini; l’azione comporta una responsabilità, per la quale l’amministratore deve rispondere, giustificare, garantire.
Per questo, è necessaria una chiara motivazione professionale e competenza.
E’ necessario progettare la gestione del condominio, tenendo conto della capacità contributiva dei condomini: solo così sarà possibile mantenere in seno alla comunità un clima sereno e di civile collaborazione.